Conclusa a Marghera la prova sirene del nuovo impianto di allertamento acustico.
Mercoledì 5 dicembre, tra le ore 11.30 e le 12.30, è stata effettuata una prova del nuovo sistema di allertamento della popolazione di Marghera e Malcontenta in caso di incidente rilevante di origine industriale. La prova ha avuto lo scopo di verificare il funzionamento delle nuove sirene e del relativo sistema di gestione.
Il segnale di inizio allarme, 3 suoni della durata di un minuto intervallati da brevi pause, è emesso alle 11.30 dalle 6 sirene del Comune di Venezia e dalla sirena di Mira; alle ore 11.45 si è proceduto con il segnale di fine allarme, un suono della durata di un minuto.
Il test ha confermato la piena funzionalità del nuovo sistema di allertamento e la buona udibilità della sequenza sonora.
Sono state meno di cinquanta le telefonate giunte ai vari centralini delle Forze dell’ordine da parte di cittadini allarmati dal suono delle sirene che per la maggior parte hanno chiamato i Vigili del Fuoco: circa la metà rispetto all’ultima prova, che la Protezione civile comunale attribuisce all’adeguata campagna informativa effettuata e alla capacità dei cittadini di diffondere tra loro l’avviso con il passaparola.
La prova è stata effettuata in collaborazione con la Municipalità di Marghera e del Gruppo volontari informazione e promozione per la sicurezza (Gips).
Marghera è una città dell’entroterra veneziano che ha la non fortunata coincidenza di trovarsi vicinissima al polo chimico-industriale di Porto Marghera, noto ai più per diverse vicissitudini, ma che comunque rappresenta uno dei più importanti siti di questa tipologia per il nostro Paese.
All’interno di questa struttura produttiva esistono ovviamente vari tipi di segnaletica e di allarme (acustico e non) per i dipendenti e i visitatori saltuari in caso di eventuali problemi, tipicamente la fuoriuscita di materiale chimico tossico e nocivo dagli impianti di lavorazione e stoccaggio.
Il Servizio di Protezione Civile del Comune di Venezia ha fortemente voluto installare un sistema di allarme acustico per gli abitanti delle città limitrofe, in modo da avvisarli tempestivamente della presenza di inquinanti tossici nell’aria, e dare modo a loro e alle autorità competenti di adottare le contro misure previste.
Per approfondire
Sofitel si è occupata della progettazione, installazione e collaudo dell’intero sistema con l’organizzazione di una task force, costituita da personale interno e da professionisti con alti profili di competenza specifica.
Sofitel ha deciso di procedere per passi successivi, individuando prima i luoghi (in alcuni casi obbligati proprio dalla morfologia del sito) dove disporre le sirene d’allarme, e poi pensando all’infrastruttura tecnologica che potesse sostenere, attivare e monitorare un articolato sistema.
E’ stato deciso di utilizzare come postazione privilegiata la Torre dell’acquedotto di Marghera, uno degli edifici più alti a disposizione, di oltre 50m di altezza, per farlo diventare una sorta di “faro acustico” con raggio di copertura di oltre 1.000 metri.
In aggiunta a questo sito vi è stata la necessità di creare delle “stazioni locali” di rilancio dotate di diffusori acustici in configurazione multidirezionale pilotate, per coprire più possibile le zone più decentrate con un livello di pressione acustica adeguato allo scopo (tipicamente superiore ai 75 dB-A) così da ricreare un vero e proprio ombrello acustico.
Una particolarità del sistema “made in Sofite” è la scelta di un collegamento “in rete” delle varie stazioni, sfruttandone tutti i vantaggi in termini di sicurezza e di monitoraggio automatizzato da remoto, ciò che oltretutto dà modo di conseguire un drastico risparmio nei costi di manutenzione dell’impianto. In tal modo, la centrale conosce istante per istante lo stato di funzionamento di ogni apparato del sistema.
Ulteriore peculiarità del sistema è la scelta di rendere la comunicazione ridondante a vari livelli per escludere ogni possibile avaria proprio nel momento della necessità, con la formula “se non funziona un canale di trasmissione, si passa a un altro e così via”. L’impianto infatti deve non solo “funzionare”, ma “funzionare sempre”, perché in questa tipologia d’impianti il margine di errore e la possibilità di guasto devono essere ridotte a zero.
Pagina aggiornata il 17/06/2013